"Ben venga la collaborazione, anche se il campanilismo resta il sale del basket a Livorno". Un concetto al cui solo pensiero in molti puristi sarebbero rabbrividiti sino a qualche anno fa (e qualche ostalgico lo fa ancora oggi). Invece, a sorpresa, i soliti Alessandro Fantozzi e Claudio Bonaccorsi applaudono in coro all'operazione "under 19 d'Eccellenza", promossa dalle dirigenze di Libertas e Pielle. Due figure accomunate in passato dallo stesso ruolo, dal carisma e dalla classe sul parquet, pur restando anche protagonisti agli antipodi. Eppure, concedendo il loro placet, entrambi mettono simbolicamente il sigillo sullo storico accordo. Un evento che non potenva non suscitare qualche reazione più o meno velata tra i tanti appassionati della palla a spicchi ancora presenti in città, malgrado gli attuali tempi bui e la scomparsa freschissima dello stesso Basket Livorno dal panorama nazionale dei canestri. Cancellatala realtà dell'ancora amaranto, Triglia e Vele tornano a incarnare gli emblemi sacri di una disciplina che ha ancora fio nei polmoni per dire la propria nche a Livorno. E anche grazie a un atto che somiglia a una tregua epocale tra i club cugini per eccellenza, prova a riemergere in superficie quanto prima. "Se l'accordo è studiato nell'interesse dei ragazzi dei vivai, per dare loro una possibilità ulteriore di giocare a pallacanestro in città e magari a farlo a livelli più cometitivi, non posso che essere favorevole - è la premessa cdi Fantozzi - il fatto che Pielle e Libertas restino due realtà distinte, con la loro storia e i loro ricordi, va altrettnto bene. Un'eccessiva rivalità, in un momento delicato come questo, è però da eitare. Bisogna arrendrsi all'evidenza del tempo che passa". Praticamente sulla stessa lunghezza d'onda anche "Bomba" Bonaccorsi": "Tra il niente e qualcosa, meglio sicuramentela sconda opzione - spiega - si tratta di un segnale forte contro l'immobilismo h pare aver paralizzato una cità di prestigio cestistico infinito come Livorno. Rispetto a tante altre piazze, abbiamo dalla nostyra la storia e un sacco di campioni sfornati dai vivai: non isperdiamo questo patrimonio. Vedo di buon occhio quindi qualsiasi cosa serva a dare uno scopo ai centinaia di ragazzi che giocano in città, tra i quali mio nipote. E che permetta alle migliaia di tifosi di andare la domenica godersi una bella partita al palasport piuttosto che a impegnare il tempo con una passeggiata sul lungomare. Qualsiasi cosa sia funzionale a farci tornare su palcoscenici più dgnitosi. Ovviamente ilcuore vorrebbe che a farlo fosse la Pl, ma so che senza un derby con i cugini, perderemmo parecchio gusto".
sabato 11 luglio 2009
I MOSTRI SACRI BENEDISCONO L'INTESA
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RICCARDO TEDESCHI NUOVO COACH
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giovedì 9 luglio 2009
COLLABORAZIONE LIBERTAS-PIELLE PER VALORIZZARE I VIVAI
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mercoledì 8 luglio 2009
LIBERTAS E PL: ACCORDO SULL GIOVANILI
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martedì 7 luglio 2009
PALACOSMELLI NUOVA CASA GIALLOBLù
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Livorno, sfuma anche la serie B dilettanti. Bottoni si arrende: «Olbia e Arezzo non ci davano certezze»
Le opzioni in pista erano due, Olbia e Arezzo. «Olbia - dice Bottoni - non dava sufficienti garanzie. Nel senso che hanno delle partite contabili aperte e la nostra intenzione era quella di chiedere al presidente del club sardo di restare al timone della società fintanto che quelle cose non fossero andate a soluzione. La risposta invece è stata negativa, una volta spostati a Livorno si sarebbero tirati indietro e questo non si poteva accettare». Nel tardo pomeriggio, poi, è sfumata anche la pista di Arezzo.Il risultato è che nel 2009-2010 la massima espressione della pallacanestro in città sarà la Libertas in serie C dilettanti. «Il sindaco vorrebbe rientrare nel giro prima possibile - continua Piero Bottoni - ma a questo punto diventa inevitabile stare un anno fermi cercando di lavorare su un telaio che coinvolga un certo numero di imprenditori. Chi negli anni scorsi ha versato centomila euro di una tantum a Basket Livorno penso che sarebbe lieto di versare la stessa cifra ma spalmata in cinque anni, in modo da costruire una base affidabile e certa dalla quale ripartire. Bisogna lavorare per trovare una situazione di stabilità, creando qualcosa di nuovo e fare il tifo per la squadra che c’è, senza vivere di ricordi. Anche se Livorno, nello sport e non solo nello sport, ha un modo tutto suo di pensare e di dividersi...».Massimo Faraoni, giemme della Virtus Bologna, è dispiaciuto: «La B dilettanti - dice - è comunque un campionato nazionale che sarebbe servito per aprire di più il nuovo palasport, avere un seguito, tenere vivo l’interesse della gente. Un anno di buco potrebbe risultare molto pericoloso».L’assessore allo sport Claudio Ritorni avrebbe visto positivamente l’idea di ripartire dalla ex B2. «Tenendo presente - ribadisce - che il Comune non può mettere soldi né gestire, limitandosi solo a favorire l’esercizio di una prospettiva sportiva. Purtroppo se questa cosa viene vista con distacco, quasi con fastidio, allora vuol dire che Livorno si merita questo».Signori, l’amaranto sparisce dall’atlante nazionale dei canestri. Per un anno, in attesa di acquistare nell’estate 2010 un titolo sportivo migliore? A questo punto ogni scenario diventa possibile. È una tristezza infinita, un’altra sconfitta per questa città
lunedì 6 luglio 2009
LA "COSA"?! PERSEVERARE E' DIABOLICO...
domenica 5 luglio 2009
Libertas, un nome una storia
Il Corriere di Livorno: Luca Merani 05-07-2009
mercoledì 1 luglio 2009
MORI LASCIA LA LIBERTAS E VA A PIOMBINO
Marco Mori, il coach della promozione dalla C2 alla C nazionale e della salvezza raggiunta, saluta la Liburnia Libertas e va a Piombino.
Altra novità in casa gialloblù: Dimessosi il presidenteFabio Giannetti, la poltona più importante sarà occupata da Giovanni Pardini, segretario Cisl provinciale.
Da: Il Tirreno 27 giu 2009
DAGLI ANNI 30' ALLO SCUDETTO SFIORATO
Una storia iniziata negli anni ’30 e culminata con uno scudetto sfiorato
Milano, Varese e Cantù - il triangolo della Brianza - vincevano. Livorno e Pesaro - le regine dei due mari - no, ma erano queste le città che vivevano di pane e basket. Qui venivano da tutta Italia per respirare l’aria della pallacanestro. Lo sapevano tutti che a Livorno si giocava a basket prima della guerraLIVORNO. Milano, Varese e Cantù - il triangolo della Brianza - vincevano. Livorno e Pesaro - le regine dei due mari - no, ma erano queste le città che vivevano di pane e basket. Qui venivano da tutta Italia per respirare l’aria della pallacanestro. Lo sapevano tutti che a Livorno si giocava a basket prima della guerra, quando i Guf parteciparono ai primi campionati di serie A. Livornese era, del resto, quel professor Bruno Macchia che organizzò le primissime finali scudetto in Versilia - erano gli anni ’40 - e livornesi erano pure quegli arbitri leggendari che nel corso degli anni lasciarono un’impronta vera nel movimento cestistico italiano. Gente come Follati, Sussi, Fabbri, Bianchi, che rappresentarono l’Italia alle Olimpiadi. Nomi che riaccendono la fantasia di chi ha i capelli bianchi.La serie A. Anche nell’immediato dopoguerra Livorno rimane in serie A per qualche anno. La fusione fra Pro Livorno e Stella Rossa dà vita all’Unione sportiva Livorno - stessa denominazione della squadra calcio - presieduta da Gaetano D’A lesio.Il conte Malaguzzi. Si chiama Cama la prima squadra che porta il nome di uno sponsor, una marca di cioccolata. Metà anni ’50, la proprietà è del conte Orazio Malaguzzi, che fa follie per comprare Stelio Posar, triestino di nascita, realizzatore di razza, oggi proprietario di una ricevitoria in piazza Grande. Nel 1955 la promozione, con tanto di titolo di “ campione d’Italia della serie B”. Nel giro di quattro-cinque anni, dopo una retrocessione e un altro ritorno fra le elette, verrà assorbita dalla Libertas.La Libertas. Gli amaranto del presidente Dino Lugetti arrivano nel massimo campionato nel 1959 dando vita alla fusione con il Cama, da una cui costola nascerà la Portuale di Alfredo Damiani, antesignana della Pallacanestro Livorno. I libertassini saranno la prima squadra di Livorno per anni, facendo avanti e indietro fra la serie A e la serie B per lungo tempo.
La Pl. Nel 1980, dopo un’assenza di nove anni, Livorno torna in serie A grazie alla Pallacanestro Livorno, che supera la Simod Padova nei plaoff e vola in A2. Ma nel frattempo è nata una rivalità acerrima con la Libertas. E le partite più attese sono ii derby. Se gli anni ’70 le sfide stracittadine si giocano in B, negli anni ’80 sbarcano addirittura in serie A. Dal 1981 al 1989, Livorno avrà due squadre nella massima serie. Per tre anni tutte e due in serie A1.La finale scudetto. Nel 1989 la Libertas, sponsorizzata Enichem, arriva a un passo dall’impresa delle imprese. Gioca il miglior basket del campionato, conquista la finale scudetto e, dopo cinque partite tiratissime con la Philips Milano, cede di un punto vedendosi annullare il canestro della vittoria a fil di sirena.Querci. E’ l’inizio della fine: nel 1991 Libertas e Pallacanestro Livorno si uniscono sotto la regia del professor Francesco Alessandro Querci, una cui fidejussione creativa decreta nel 1994 la cancellazione della società dal basket professionistico.Il ritorno. Livorno riuscirà a tornare in serie A nel 1997 grazie al Don Bosco della famiglia D’Alesio, poi ci rimane per qualche anno con la gestione del gruppo Mabo. Ma gli ultimi anni sono tutti all’insegna della precarietà, sul filo della sopravvivenza. Quel filo che ieri si è rotto.
Da: Il Tirreno (17 giugno 2009)
PASSATO, PRESENTE E FUTURO
30/06/09 - Passato, presente e futuro.
Si conclude ufficialmente oggi un’altra lunga stagione per i colori gialloblù. Senza ombra di dubbio, quantomeno dal punto di vista del risultato sportivo, il bilancio per la Libertas Liburnia Basket può essere considerato più che soddisfacente. Se la prima squadra ha egregiamente mantenuto la categoria nazionale conquistata appena l’anno precedente, i vari gruppi giovanili si sono fatti valere in ambito regionale e di particolare rilievo è stata la conquista del titolo toscano da parte della squadra Under 14, allenata direttamente dal responsabile del settore Manrico Vaiani. Da sottolineare anche la competitività dei gruppi Under 13 e Under 15, che hanno sfiorato veramente per poco importanti obbiettivi, sicuramente non preventivati ad inizio anno.
Non da meno è la valutazione finale da assegnare al settore Minibasket diretto da Federico Marzini. Essere riusciti a mantenere inalterato, rispetto all’anno precedente, il numero degli iscritti ai vari corsi è un segnale che la società ha lavorato bene sia dal punto di vista organizzativo che sociale. Sul piano tecnico si è rivelato più che confortante il confronto con i più rinomati Centri di minibasket italiani, a testimonianza di un indubbia crescita dei mini atleti. Diversi i trofei conquistati, sia a livello regionale che nazionale, con nota di merito particolare per i gruppi Aquilotti dei nati ’97 e ’98.
E’ quindi tempo di meritata vacanza, anche per questa rubrica che ha tentato di commentare ancora una volta in modo semplice (e soprattutto senza pretesa alcuna di natura giornalistica) le vicende sportive di tutte le nostre squadre e dei loro protagonisti.
Chi vi scrive invece passa il testimone, con l’auspicio che il successore abbia la possibilità di migliorare la forma ed il contenuto di questo mezzo di comunicazione, nato nell'anno 2000 in modo poco più che artigianale e sviluppatosi con l’intento di favorire l’aggregazione ed il senso di appartenenza di tutti i tesserati alla grande famiglia della Libertas.
In particolare verso i ragazzi, che dovranno sempre rimanere al centro delle più importanti iniziative societarie, si è cercato di promuovere, anche attraverso questo strumento, azioni volte a diffondere una sana cultura sportiva nella condivisione delle insite finalità educative, formative e sociali.
Rivolgo un sentito ringraziamento a tutti coloro che in questi anni hanno offerto il loro prezioso contributo al raggiungimento dei suddetti obbiettivi.
Ora e sempre FORZA LIBERTAS.
(Claudio Orlandi)
Da www.libertasbasket.it
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